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mercoledì 23 dicembre 2009

Pillola anti-celiachia

Circa nove anni fa l'equipe del Professore Alessio Fasano, responsabile del Centro di ricerca sulla celiachia e biologia mucosale dell' Università del Maryland, accertò che nella mucosa intestinale dei celiaci si verifica una iperproduzione di una sostanza proteica chiamata "zonulina" responsabile dell'aumentata permeabilità della mucosa gastrica al glutine; in pratica la zonulina è la chiave che apre le porte tra le cellule (tight junctions, giunzioni serrate) lasciando passare il glutine che quindi si incontra con il sistema immunocompetente presente nella sottomucosa. In questo modo si scatena la reazione che causa la deamidazione dei peptidi di gliadina e porta alla produzione di antigeni riconosciuti dai linfociti T specifici per la gliadina stessa; è proprio questo passaggio a scatenare tutto il meccanismo patogenetico della celiachia.
Il larazotide-acetato è un antagonista della zonulina che dovrebbe impedire il passaggio del glutine all'interno della sottomucosa e conseguentemente bloccare tutti i processi patologici derivanti dalla risposta del sistema immunocompetente a tale "intrusione".
Dalla sperimentazione si sono ottenuti risultati interessanti e promettenti ma limitati a una dose di glutine presente in una normale porzione di pasta o pane; questi risultati al momento portano a fissare l'obbiettivo della larazotide-acetato in una copertura da rischio di contaminazione quando il celiaco mangia fuori casa o per occasionali "strappi" alla dieta. Probabilmente, si ritiene che il passaggio intrecellulare del glutine non sia modulato solamente dalla zonulina, ma possa avvenire anche attraverso la cellula stessa per via transcellulare e con meccanismi non ancora noti e che quindi il passaggio di dosi maggiori di glutine non possa essere sufficientemente contrastato semplicemente "antagonizzando" la zonulina.
Il professore Umberto Volta, presidente del Comitato scientifico nazionale dell' associazione italiana celiachia (Aic), nonchè responsabile del centro di riferimento regionale per la diagnosi di celiachia presso l'azienda ospedaliera universitaria S. Orsola Malpighi di Bologna, ribadisce che, ad oggi, l'unica terapia efficace per la celiachia resta la dieta priva di glutine da seguire scrupolosamente per tutta la vita.

In sintesi, l'entrata in commercio del larazotide-acetato, che probabilmente non avverrà prima del 2013, non rappresenterà comunque la fine della dieta gluten-free.

Fonte: Farmacia News 11\09 di Barbara Asprea

giovedì 17 dicembre 2009

Consumo antibiotici.

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto consumo. Il loro utilizzo, però, molto spesso è inappropriato

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto consumo di farmaci antibiotici, preceduta solo dalla Francia e da Cipro. Nel Belpaese, infatti, il 44% della popolazione ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico nel 2008, con un maggiore impiego in età pediatrica e anziana. In particolare, lo scorso anno a 53 bambini su 100 e a 50 anziani su 100 è stato prescritto uno di questi medicinali, per cui è in preoccupante crescita il fenomeno della resistenza. Sono i dati dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) contenuti nel primo rapporto Osmed dedicato a questi prodotti, illustrato oggi a Roma nella sede del ministero della Salute. Le stime mostrano che il consumo italiano di antibiotici è stato, in alcuni casi, doppio rispetto ad altri Paesi. Peggiora nello Stivale anche il trend dell’antibioticoresistenza, soprattutto per batteri come l’Escherichia coli, lo Stafilococco aureo e la Klebsiella pneumoniae, con punte del 40% di inefficacia dei farmaci. Con l’avanzare dell’età diventa maggiore anche la frequenza di prescrizioni di antibiotici ripetute: i pazienti che ne hanno ricevute sei o più rappresentano il 13-14% della popolazione fino a 64 anni, il 22-24% della fascia 65-74 anni e il 28-32% degli over 75. Nel 2008, nove regioni del Centro-Sud (Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzo, Lazio e Umbria) hanno registrato valori superiori alla media nazionale, mentre le Province autonome di Trento e Bolzano e 10 regioni del Centro-Nord hanno presentato consumi inferiori alla media nazionale. Non usare farmaci antibiotici in caso di raffreddore o influenza. Assumerli solo dietro prescrizione e nelle dosi e nei tempi indicati dal medico. Sono i principali messaggi della nuova campagna di comunicazione Antibiotici, usali con cautela presentata oggi a Roma dal ministero della Salute, dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La campagna è già partita e durerà fino alla prima settimana di gennaio, coinvolgendo mass media (tv, radio, giornali), mezzi di trasporto, luoghi di aggregazione, cinema e mettendo a disposizione un numero verde (Farmaci line 800571661) e un sito internet (www.antibioticoresponsabile.it). «Bisogna far capire agli italiani - ha detto il direttore generale dell’Aifa, Guido Rasi - che questi medicinali vanno assunti solo se è il medico a prescriverli e mai in presenza di malattia come il raffreddore e l’influenza, sia essa stagionale o pandemica. Inoltre, occorre prenderli nei tempi e nei modi giusti: la sospensione precoce della terapia è la principale causa di sviluppo delle resistenze, poiché non si fa altro che uccidere i batteri più deboli e selezionare quelli più forti». Secondo Rasi, «questa azione di sensibilizzazione si è resa necessaria poiché alcuni germi patogeni importanti hanno già sviluppato livelli di antibioticoresistenza che arrivano anche al 90% e alcuni ceppi sono divenuti resistenti a tutti i 100 antibiotici disponibili, tanto che in futuro si comincia a temere di non poter contare più su alcun farmaco per combattere le infezioni».

Fonte: La Stampa.it