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giovedì 17 dicembre 2009

Consumo antibiotici.

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto consumo. Il loro utilizzo, però, molto spesso è inappropriato

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto consumo di farmaci antibiotici, preceduta solo dalla Francia e da Cipro. Nel Belpaese, infatti, il 44% della popolazione ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico nel 2008, con un maggiore impiego in età pediatrica e anziana. In particolare, lo scorso anno a 53 bambini su 100 e a 50 anziani su 100 è stato prescritto uno di questi medicinali, per cui è in preoccupante crescita il fenomeno della resistenza. Sono i dati dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) contenuti nel primo rapporto Osmed dedicato a questi prodotti, illustrato oggi a Roma nella sede del ministero della Salute. Le stime mostrano che il consumo italiano di antibiotici è stato, in alcuni casi, doppio rispetto ad altri Paesi. Peggiora nello Stivale anche il trend dell’antibioticoresistenza, soprattutto per batteri come l’Escherichia coli, lo Stafilococco aureo e la Klebsiella pneumoniae, con punte del 40% di inefficacia dei farmaci. Con l’avanzare dell’età diventa maggiore anche la frequenza di prescrizioni di antibiotici ripetute: i pazienti che ne hanno ricevute sei o più rappresentano il 13-14% della popolazione fino a 64 anni, il 22-24% della fascia 65-74 anni e il 28-32% degli over 75. Nel 2008, nove regioni del Centro-Sud (Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzo, Lazio e Umbria) hanno registrato valori superiori alla media nazionale, mentre le Province autonome di Trento e Bolzano e 10 regioni del Centro-Nord hanno presentato consumi inferiori alla media nazionale. Non usare farmaci antibiotici in caso di raffreddore o influenza. Assumerli solo dietro prescrizione e nelle dosi e nei tempi indicati dal medico. Sono i principali messaggi della nuova campagna di comunicazione Antibiotici, usali con cautela presentata oggi a Roma dal ministero della Salute, dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La campagna è già partita e durerà fino alla prima settimana di gennaio, coinvolgendo mass media (tv, radio, giornali), mezzi di trasporto, luoghi di aggregazione, cinema e mettendo a disposizione un numero verde (Farmaci line 800571661) e un sito internet (www.antibioticoresponsabile.it). «Bisogna far capire agli italiani - ha detto il direttore generale dell’Aifa, Guido Rasi - che questi medicinali vanno assunti solo se è il medico a prescriverli e mai in presenza di malattia come il raffreddore e l’influenza, sia essa stagionale o pandemica. Inoltre, occorre prenderli nei tempi e nei modi giusti: la sospensione precoce della terapia è la principale causa di sviluppo delle resistenze, poiché non si fa altro che uccidere i batteri più deboli e selezionare quelli più forti». Secondo Rasi, «questa azione di sensibilizzazione si è resa necessaria poiché alcuni germi patogeni importanti hanno già sviluppato livelli di antibioticoresistenza che arrivano anche al 90% e alcuni ceppi sono divenuti resistenti a tutti i 100 antibiotici disponibili, tanto che in futuro si comincia a temere di non poter contare più su alcun farmaco per combattere le infezioni».

Fonte: La Stampa.it